giovedì 31 dicembre 2009

Dolce provocante, tossico frizzante

e anche il duemilanove è finito. Domani saranno tre anni che scrivo su questo blog mentre ascolto special needs dei placebo e faccio torte salate per la nostra serata...ho comprato delle calze in latex e un vestitino color cobalto, dieci sigarette e una bottiglia di champagne....perchè è così che voglio sia il mio DUEMILADIECI. Dolcemente provocante, tossico frizzante.

Buon termine
Buon principio
Bloggers !

giovedì 24 dicembre 2009

Rettore - Di notte specialmente

prendi tutto adesso... fallo audacemente...

sabato 12 dicembre 2009

I momenti

Ogni singolo pezzo della mia giornata è fatto di momenti. Ieri è stato un giorno costellato di momenti felici. Un rossetto rosso a volte cambia la visuale di diverse persone e tutti ti vedono o ti credono più bella di quella che sei. Raggiunta la sicurezza in te stessa però, per una ccontinua sfida, sei pronta a destrutturarti di nuovo.

Oggi, se le parrucchiere ci riescono, mi faccio i capelli arancioni.
E ascolto Cinema Strange
e stasera se convinvo D festa dark a Padova

mercoledì 9 dicembre 2009

afterhours, sempre e comunque

Usa l'amore che su di te muore,
usami amore
usami o muori.

martedì 8 dicembre 2009

Piove sui capelli bagnati
Piove sulle anime intristite
Piove sulla silenziosa pianura in cui abito ccircondata da colline
Piove sulla volontà di non fare nulla.
Piove anche su questo disco di Jeff Buckley che da due giorni mi rovina.

Wait in the fire...

Sera tarda di solitudine. D. è uscito con gli amici io sono troppo stanca e ascolto Jeff Buckley distesa sul letto nel silenzio della camera di d, della casa di d, della nosstra casa con la pantera nera di peluche qui a destra e gli occhi stanchi e la schiena stanca e le gambe stanche e le occhiaie stanche.

Domani è una giornata di riposo.... per poi ritornare in ufficio tra pareti troppo strette senza aria, senza respiro.

Breathe....

sabato 5 dicembre 2009

Kriminaltango - The Deadfly Ensemble

La Batcave

I Cinema strange sono batcave? che cosa è la batcave? era un locale... è un genere musicale ... è la caverna di bat-man ...è il cuore che batte in un buco nero e resta lì teatrante? E' il silenzio di una risposta che aspetti e non arriva?

Guardo delle rose rinsecchite e scricchiolanti come le mie mani coperte di polvere incrostata di doveri e cose da sistemare:
1) trasferire il pianoforte
2) trovarmi un nuovo medico
3) riprendere i contatti con tutte le persone trascurate negli ultimi tre mesi
4) farmi i capelli arancioni
5) essere più presente nella mia anima

poi? cerco addirittura di catalogare le cose perchè non riesco più a dare un ordine a quello che faccio e a quello che altrimenti desidereri faare... e la trascuratezza del mio blog ben rappresenta quanto io stia trascurando quello che desidero fare e stia curando altri fiori, in realtà già recisi, che tento di far fiorire nel silenzio e nella nebbia.

Suonano i cinema strange mentre scopro i deadfly ensemble e mi viene da piangere pensando a quanto ho consumato the astonished eyes of evening..nell'inverno del 2003 e a quando con andrea siamo andati al fantastico jam di mestre a vederli... che attori, cche spettacolo. Ricordo con affetto le gambe nude di calze e le scarpe a punta borchiate e in quel periodo mangiavo solo minestra e carote bollite e fumo di sigaretta noiosamente aspirato. Ricordo con affetto la canottiera con la croce e il rossetto distrattamente sbavato... così mi viene anche alla mente gli easy cure a giais di Aviano... e un fottuto sbattimento a trovare questo posto sperduto e la tenerezza dei 15 cd dei depeche mode, gli and also the trees i banshees... e la ka nera palcoscenico delle mie croci e delle mie canzoni.

Ora sono avara. Avara di conoscenza. Silenziosa e paurosa. Con tra le mani post punk il libro e la testa che viaggia di sogni...e il cielo si fa nero... perchè il crepuscolo è il tramonto delle utopie ... è la forzatura di costringersi bionda.

Buona notte, darkste.

martedì 24 novembre 2009

Post - punk

Sto leggendo un libro, regalatomi da Antonio, di nome Post Punk che racconta il periodo musicale 1978 - 1984 ... lo sto completamente divorando, me lo porto persino in auto e tra un semaforo e l'altro ingurgito qualche pagina chiedendomi perchè non sono nata negli anni '60. Desidero ardentemente avere una macchina del tempo per essere in Inghilterra centrale tra il 78 e l'81. Mi comprerei dei jeans neri di velluto e mi lancerei nel delirio industriale dimenticando la necessità della scelta. Porterei con me qualche amica non troppo pretenziosa per amarla in silenzio quasi apaticamente e un po' di fogli bianchi per scriverci sopra solo parole in inchiostro simpatico che si autocancella quando stupidi leggono.

Ma dove sono invece?
dove sono i sogni?
Ridere, sorridere, creparsi il viso e lo stomaco facendo finta di ridere.
Siamo tutti diversi da noi stessi.

E' l'era del post me. E non trovo nessun parrucchiere che mi vuole fare i capelli rossi. Vigliacchi.

lunedì 23 novembre 2009

Una laurea, forse già un pensiero ad una specializzazione.
Tante idee che corrono per la testa. Un amore, grande. Un anello.
Gente che si intromette nel mio percorso.

Via, via. Andate via. Vi estirperò come erba cattiva.

Che non muore mai.

martedì 10 novembre 2009

Quando la pressione sale e la mano scende e i pensieri si incupiscono tutti assieme e le braccia si incrociano in una danza da occhiaie. Trovo il mio punto G

sabato 7 novembre 2009

Impreparazione

Venerdì discuto la tesi e non ricordo nemmeno l'argomento. Intorno a me mi rompono le palle che "devo studiare" "ripassare" prepararmi. Io sono martellata dal mal di testa e dalla voglia di scappare ad una settimana dalla fine di tutto. Non mi interessa, che mi buttino fuori che vada come vada che. Non ce la faccio a tenere sempre la tensione a restare sempre in forma, ad essere sempre sorridente e a fare contenti tutti raggiungendo i migliori risultati.... evabbene, mancano sei giorni e io non sono preparata... e allora? La figuraccia la faccio io non voi....voi basta che abbiate la bocca aperta per mangiare quello che vi offrirò veenrdì sera e tanta voglia fi far festa per festeggiare la fine di un percorso. Basta così. Per il resto, cazzi miei.

Sono agitatissima e nervosa.
Lasciatemi stare.

Lasciatemi stare, davvero.
Tutti.

domenica 1 novembre 2009

sono a due settimane dalla Laurea. Sono a due settimane dalla mia festa di laurea...
sono a due settimane da delle risposte... sono a due settimane da me stessa.

Due settimane.

domenica 25 ottobre 2009

Il traguardo...

Oggi, a riconferma di quanto sostengo da giorni, provvederò a seguire la vittoria dell'imperfezione e del delirio mangiando una cioccolata con la panna non appena arrivo in centro noncurante del fatto che domani ho tre ore di allenamento e della lotta per tornare in forma velocemente per il volley. Lo farò e domattina calcolerò appositamente di arrivare in ritardo per asfaltare i pensieri di chi crede che io non possa farlo e oltre a ciò provvederò a rispondere male a due/tre clienti per fargli capire che non sono al loro servizio quando vogliono.
Poi piangerò perchè non è il mio carattere. Ma non importa. Devo imparare ad amarmi imperfetta e a non flagellarmi ogni qualvolta sbaglio. Questo è il prossimo traguardo comportamentale da raggiungere...per la mia salute, solo per lei.

sabato 24 ottobre 2009

L'errore

Sono in ritardo. Devo tornare a casa dei miei, andare dall'estetista. Devo rifare il letto, devo farmi la doccia, truccarmi e vestirmi e rifarmi da sola le unghie delle mani. Sono qui, con il caffè a guardare lo schermo e ascoltare i T-rex chissà poi perchè. "I love to boogie" Come se del ritardo non mi interessasse, ste eterna puntuale con gli appuntamenti della sua vita. Mi sono posta un obiettivo: cercare di apprezzare l'imperfezione delle cose senza sempre dover correre a raggiungere il meglio, il massimo. La precisione.
Sono umana, non un robot.
Abbiate pazienza, voglio sbagliare MOLTO anch'io.

venerdì 23 ottobre 2009

Love Song For A Vampire

Deflagra in un suono spaventevole l’inizio di in your room mentre il sangue cola dalle dita mangiucchiate e la necessità di compensare questo dolore interiore con altrettanto dolore fisico viene interrotta da sprazzi di note, urlanti, gracchianti funeree nenie. M’accorgo di non aver abbandonato il masochismo che sonoramente esplode ad ogni attimo in cui non controllo il mio es che strasborda dalla pareti dell’anima e diventa un problema da gestire per le mille necessità che porta con se. Tra le quali scrivere. Ascoltare i depeche mode. (S)venire. Annullare tutti pensieri che non siano incipriati. Appoggio la mia mano sulla fronte in attesa di sentire uscire qualcosa: uno sprazzo di intelligenza, una umidissima frazione di secondo che mi faccio capire che non ho frigidità d’intelletto ma fragilità di pensiero. Crepitano sotto di me i pezzi di vetro che il mio amore mi ha regalato per tagliarmi meglio mentre un piatto di porcellana si muove sul tavolo. Ed inizia behind the wheel per mettermi paura di parole. Cala il silenzio perché nulla al confronto può essere proferito. Ho solo tanta voglia di scriverci su, come sapevo fare e forse non so più.

domenica 18 ottobre 2009

morire - cccp

La morte è insopportabile per chi non riesce a vivere...

Non ho mai avuto problemi io. A scrivere intendo. Di solito dalla penna o dalla tastiera le parole escono velocemente. Oggi invece di fronte a una pagina bianca di word sulla quale devo scrivere la presentazione della mia tesi v'è solo pietra e silenzio. Come se quasi 80 pagine non si potessero riassumere in poche misere righe o in pochi miseri dieci minuti di discussione.
La leggo e la rileggo e quasi mi sembra di non aver fatto un buon lavoro, che non ci sia niente da dire che le prossime settimane che mi aspettano siano solo paura.
E tanta incoscienza dentro il basso ventre....

sabato 17 ottobre 2009

Me, myself and I

Ci siamo si. E’ nel buio di questo bellissimo autunno che avanza che i miei occhi verdi iniziano a intravedere la luce in una tenebra che dura da anni. Probabilmente è l’amore. Probabilmente è la fine dell’università tra poco meno di un mese, probabilmente è l’aver iniziato a fare sport. Probabilmente è che tutto quello che mi capita viene amplificato in una sorta di cassa rullante che fa spavento e che armonizza ogni movimento verso l’unico che riesco a fare con certezza: addormentarmi. Come se i dieci piani della giornata di cristo della passione fossero passati. Come se anche tutti i sogni di gloria anch’essi si fossero dissolti in una nuvola di vapore del bagno piccolo nel quale lavo via i peccati ogni sera. E le unghie blu puffo faticano a non scrostarsi dopo ogni allenamento nel quale corro, salto, mi butto, mi ferisco cercando di ritrovare una condizione che al momento non c’è sebbene almeno due maledetti sbalzi del corpo siano già andati via a suon di tre settimane di grandi fatiche e rinunce.
Incrocio le mani come fosse una preghiera e gli anni ottanta invadono casa: Cure ovunque, stivaletti mezzi gamba, guanti di pizzo che riappaiono come se non fossero mai spariti e viso pallido a riconferma che l’odio per l’abbronzatura prende sempre il sopravvento e che, forse, la pelle di porcellana vince sempre. Mi giro alla destra e tra l’asse da stiro e l’aspirapolvere giacciono addormentate le scarpe. Trenta paia forse. E non bastano mai. Perché non bastano mai? Sono un prolungamento dell’ego. Una necessità per farsi (ri) conoscere quando camminando su sassi scomposti tu sei sempre quella più indietro e ti piace così. Provo quasi gusto spesso a sentirmi così vicina a slogare la caviglia per restare in bilico su quegli oggetti di impavida bellezza. E anche tutte le bugie vengono schiacciate sotto gli stiletti come se si potesse cancellare tutto anche la prigionia a cui vai incontro se continui a mentire. Ma non mi fa paura e il non temere è ciò che maggiormente mi spaventa. Quasi come se l’incoscienza di “a forest” mi facesse brancolare nel buio nel ricordo di quando a ventidue anni ballavo da sola la prima canzone in mezzo alla pista del new age a Roncade con la gonna lunga nera, gli anfibi, la maglietta nera comprata il giorno prima e una calza a rete al posto dei guanti. Una sorta di esibizionismo pauroso. Paura degli altri ma ansia di farsi vedere, conoscere, amare per quello che si è e non per i chili di cipria che ancor oggi s’abbandonano sul mio viso ogni mattina. Quando mi guardavo allo specchio svestita dell’anima per capire cosa in me non andasse, cosa io dovessi cambiare per essere perfetta. Quanto dovessi abbandonare di me per diventare un animale da amare, un essere da desiderare. Quando ho dipinto il piede con un tatuaggio indelebile per segnare che si, mi sentivo dark, volevo essere dark, volevo che quel mondo mi appartenesse mi amasse, mi abbracciasse, mia avvolgesse. Quando mi ostinavo a dover essere comunque triste. A dover comunque non sorridere mai e non farmi toccare mai. Quando il paradosso dei bustini dei guanti lunghi e degli stivali con le catene era per dire “no, lasciatemi stare, non toccatemi, voglio stare sola, mi odio”. Era comunque l’innato desiderio di essere puttana che ti porta a mostrarti per come sei anche quando dentro di te vuoi essere diversamente e il canto degli angeli ti cade sulla testa. Il matrimonio di mia sorella, un ragazzo pallido, magro ed efebico che oggi nemmeno ricorda la mia esistenza e il silenzio di quei sabato pomeriggio, prima delle partite, nei quali chiusa in casa guardavo il grigio dalla finestra e pensavo a quando, la sera, mi sarei spogliata di ginocchiere e scarpe per rivestire i panni che meglio sentivo. Abbozzata d’un nero tanto bramato voglio ricordarmi così: una ragazzetta con la lacrima, un pierrot con le occhiaie. Per dimenticare la donna che invece oggi c’è: bionda e impegnata, azzurra e bugiarda. Come si può ritrovare un briciolo di quella ingenua certezza che il mondo era nero? Come posso ritrovarla?

domenica 13 settembre 2009

E' passato un anno da quando il fallimento di Lehman m'ha distrutto lo stomaco. E' passato un anno da quando dicevo poi ecco settembre e non ne ho avuto il tempo.
a Novembre mi laureo, se tutto va come deve andare, e settembre è davvero a metà.
Devo iniziare a trascurare meno il mio blog, compagno di viaggio per quasi 800 post.
Ci sarebbero così tante cose da dire... e da scrivere ma ogni mio secondo viene assorbito dalla tesi....e per ora devo scrivere lì.

lunedì 31 agosto 2009

Il regno del ben(ESSERE)

continuo ad automassacrarmi in mezzo a miliardi di scelte di cose da fare. In riflessione tutta la notte scalciando D e pensando pensando pensando. L'esamino di informatica giovedì a Milano che se non lo passo addio laurea... il volley, la nuova squadra e già salto allenamenti per studiare... il lavoro e i 100km giornalieri... il pianoforte, il giornale di musica per cui scrivo. Le cose da lavare e da stirare... la vita sociale. I vestiti e le mille scarpe arrichite da un nuovo paio di sandali blu schock ... e le aspettative mie e degli altri e settembre e le parole bugiarde che escono dalla bocca di molti. E mi mancano la mamma e il papà ma io sono grande e devo camminare con le mie gambe che per altro, sono abbastanza lunghe da ricoprire terreno e muscolose da scalare montagne.
Ho voglia di piangere un po con il mio papà che mi accarezza la testa per dirmi si, ste sei solo una fottuta fortunata. Nata nel mondo del benessere che vive con le malattie legate ad esso.

lunedì 10 agosto 2009

un mese quasi di silenzio sta a significare che si respira troppa vita. a cinque giorni dalla partenza per le vacanze resto ancorata ai sogni e sorrido.

sabato 11 luglio 2009

Più calma

ho decisamente superato statistica....la notizia mi coglie quasi impreparata.
Lunedì rientro in ufficio. Sabato Milano e per un mese chiuso con le ferie.
Che annata piena di novità, che annata intensa.
La lavatrice vorticosa pulisce i panni sporchi.
Devo iniziare a prendere le cose con più calma.
Con più calma.

lunedì 6 luglio 2009

Battiti, Combattiti!!!!

Lunedì mattina e numeri matematici, formule statistiche e unghie finalmente lunghe e nere costellano questo inizio giornata mentre la tensione è già altissima e dopo settimane di astinenza da fumo in un solo giorno riesco ad essere una ciminiera. Grigio fuori mentre ali spezzate di uccelli desiderati sembrano sempre più lontani a causa di una frigidità mal conosciuta e ben apprezzata in momenti come questo in cui la freddezza della calcolatrice scientifica mi fa amare più i fogli che la pelle. Eppure la concentrazione è apertamente una utopia mentre ancora una volta sono gli afterhours la colonna sonora della mia vita in una sorta di loop in cui non riesco a liberarmi di questo nieztschiano eterno ritorno all’uguale: un cd degli afterhours, un concerto degli afterhours, uno sguardo rubato a manuel agnelli e parole, parole, parole, fiumi di parole alla Jalisse solo per descrivere quanto i topi mi stiano mordendo dentro e quanto io non sia in grado di controllarmi. Mentre persino le mani tremano, ma non è freddo. Sono come un muratore che è appena uscito dal lavoro o come una lampada dimenticata: coperta di polvere. Non riesco a trovare la serenità che la mia condizione privilegiata mi imporrebbe: ma non è depressione. Non sono depressa, tantomeno esaurita. Ho trovato come descrivere la mia malattia: tensione verso l’infinito. Come se non vi fosse mai una fine, come se ogni traguardo sia fine a se stesso, come se non si potesse provare piacere oggi ma sempre rivedere il piacere in qualcosa che deve ancora venire. La senti anche tu questa sensazione di tensione? Un piacere atteso sempre più grande che non ti fa godere oggi di quello che c’è. Di questi momenti in cui la vita va bevuta ad ampi sorsi fino ad ingozzarsi e farsi mancare il fiato. Fino a soffocare. Ne discutevo ieri appoggiata al letto bianco nel perenne stato dislessico dell’ultimo periodo con l’altra metà di me che dimostra pazienza e amore infinito per il mio essere afoso. E mi scendeva una lacrima d’amore. E mi scendeva una lacrima di passione iersera, quando di fronte ad un documentario su una popolazione del centro africa guardavo stucchevole quei bambini splendidi dalle pance gonfie e le mosche ronzanti come avvoltoi su carcasse e donne, spogliate delle vesti minime per il pudore personale, che con lunghi coltelli dividevano una antilope appena cacciata. E con la mia metà, la mia passione, il mio D discutevamo che lì non v’è crisi finanziaria, non v’è pensiero di quelli che passano in testa a noi. Non v’è statistica o altro. Vi sono canti tribali e aria di morte, una perenne aria di morte per donne che han 25 anni e ne dimostrano 50. Così rifletto che sono una insaziabile egoista di sensazioni, fortunata e impudica. E’ vietato soffrire se poi al mondo c’è chi ha la sofferenza come stato costante. E siamo solo degli stramaledetti egoisti. La terra deve tremare e cambiare: tremare davvero sotto i culi dei “grandi della terra” (ma grandi per cosa??????????????), a quegli inutilmente grandi che tronfi sulle loro sedie dicono bugie, a noi, a voi, a loro, a me. Così conscia di uno stato di coscienza mi dico COMBATTI, INVECE D’ABBATTERTI.

sabato 4 luglio 2009

Non mi dimenticherai !

Straziami, strappami, sfodera rabbia su questa tasiera, rendi schiava questa pelle, ammazzala a suon di battute d'ascia insanguinata e sorridi come nei migliori film d'orrore mentre fai morire la parte cruda della mia anima che altro non aspetta che essere spenta a suon di crudeltà irreali e sbavature di miele. Pornografici silenzi alla afterhours frantumano la concentrazione di questa mattina nella quale tutti i lama del mio stomaco sputano succhi gastrici con una tensione paragonabile alla formula con cui calcolare i punti z di statistica descrittiva. Continua pure a fotterti Statistica, che martedì mattina (forse) ti fotto io. E non lo dimenticherai.
(la mia follia da amanuense sta raggiungendo livelli da ricovero)

sabato 27 giugno 2009

Svenevolmente !

La convinzione sta abbattendo questo ego strasbordante dalle pareti del corpo imperfetto e i mal di schiena altrui creano notti insonni, i caffè (troppi) ti convincono che le palpebre possono vibrare e questa coca cola zero che la caffeina non è mai abbastanza. Mai abbastanza mentre nemmeno il malox serve a storpiare rumori, umori, odori, grattini di questo stomaco che si ammazza di masochismo. L’asse da stiro rimanda una visione imbarazzante di cumuli di panni sorridenti in attesa di essere sbattuti inamidati amati (ma non è quello che vogliamo tutti?) e poi lasciati per abbandonarsi in un cassetto in mezzo ad altri. Un confronto di pulizia e pazzia. Ringhia il pianoforte e le chitarre qui di sopra melense, che il miele svenevole che scende da esse mi spaventa e m’addolcisce, sembrano noiosamente riprese da un pezzo d’un artista scarso, noiosamente riprese da una bassa lega di musicalità. Le unghie strisciano i tasti e il fondale di questi occhi fatti di mare verde cristallino ricco si confondono con il nero dello sfondo di occhiaie date dalle fottute coca cole zero che mi distruggono ogni velleità di smettere con la dipendenza da coccoina. Annusala anche tu. Nella nuova versione azzurra grigia t’attira a sé con un profumo che sembra quello cattivo di qualche pseudo amante che hai frequentato anni fa. Si quello più vecchio di te che amava farsi sottomettere dall’idea d’avere un cane come padrone. E una donna come cane forse? Schiaffeggio il bianco di questo muro mentre il graffiare delle pareti duodenali si alimenta grazie a pensieri che sarebbe meglio non pensare. E poi che mi costringe ad ascoltare Carmen Consoli con tutta la musica che dorme rincoglionita in questo pc. Che mi rattrista.

sabato 20 giugno 2009

Che invidia, che belli !

Statistica l'ho passata. Perlomeno ho passato tre moduli su quattro, l'ultimo lo rifaccio ai primi di luglio. C'è un po' di orgoglio nell'esser riuscita a fare tutto da sola. Un po' d'anssia di finirlo.

Sono giorni di gran confusione, di molto lavoro, di studio e di pulizie di casa.
In attesa degli afterhours allo sherwood, PD.
In attesa di chissà quali novità.
Passo l'aspirapolvere e lo straccio (strazio?)
I miei domani fanno ben 39 anni di matrimonio.
Che invidia.
Che belli.

lunedì 8 giugno 2009

steTistica

non ne posso più, non riesco nemmeno più a fare esercizi mi escono dalla bocca sotto forma di conati di vomito numerosi.

E oltre a ciò, la mia preparazione è sotto ai tacchi.
ma non dei tacchi normali.
Dei tacchi di 15 cm.

Oh, nuvole trasportate un po' di polvere magica !!!

venerdì 5 giugno 2009

Sergio Caputo - Il Garibaldi Innamorato (1987)

E il Garibaldi è ricercato in tutti i mari del sud,
ma non si può tagliar la barba per questioni di look...
Anita dice "Peppe, quando gioca il Brazil...
si va a vederlo in Italy... pensaci Peppì!"

Ste, la deviata standard.

Mancano quattro giorni all'esame di statistica e sono una larva bianca maledettamente stanca e insonne. Mi manca da ripassare ancora tutta la parte di inferenza statistica e studiare da zero metodologia (!). Riuscissi almeno a dormire potrei affrontare le giornate con il sorriso e la voglia mentre ho gli occhi che mi si chiudono e la testa che pesa in modo importante sul corpo. Stanotte nel buio mentre D respirava forte pensavo alle variabili casuali, alle funzioni con distrizbuzione normale, normale standardizzata, binomiale, ipergeometrica chi quadrato.... e via discorrendo... e tentavo di ripetermi nella testa queste formule incomprensibili.
Se mi bocciano salta la laurea (o forse no dipende da quando c'è un appello a settembre) ma non ci penso altrimenti mi carico ancora di più di tensione. Così ascolto Sergio Caputo (ebbene si) per cercare di distrarmi. Sono uscita a fare la spesa come la migliore casalinga e sono passata in profumeria per comprarmi uno smalto blu scuro come il nuovo vestito che ho comprato l'altra sera in preda ad una ansia da shopping malsana.
Tutti mi scrivono: evvai è venerdì. Per me si preannuncia un DURISSIMO week end statistico. anche standoci sopra e leggendo, studiando, facendo esercizi... cioè non posso dire di non essermiimpegnata.... non ne vengo fuori, non sono portata... soprattutto perchè non ne comprendo del tutto l utilità.
E io che butto via le ferie per studiare.
Non importa, sento che tutto questo sacrifio verrà ricompensato da una svolta (come scrive madison, forse si è finita una epoca e ne è iniziata una altra).
Come scrivo io: STRAFOTTITI STATISTICA !

sabato 30 maggio 2009

e' finita.

Depeche mode.
Sole e vento nella mia nuova dimora. Vivo con D. da quasi un mese. Cucino, lavo, stiro. Faccio la donna di casa. Lavoro poi, studio con fatica e scrivo nei momenti liberi. Piango anche molto per motivi indecifrabili. Non vedo quasi più quei pochi vecchi amici che avevo... i miei genitori li vedo una volta alla settimana se tutto va bene. La mia vita è cambiata ed è difficile. Sono sempre agitata e stressata, sempre con la faccia contratta e gli occh pronti a lacrimare. D. sopporta con la pazienza per la quale ho deciso che è lui l'uomo della mia vita. Perchè l'ho deciso. Ho depositato il titolo di tesi e la scrivo in contemporaneo allo studio della statistica e di alcuni esami di patente europea del computer avanzata (INUTILE! fatta per spillaare soldi!) e sono stanca. Alla notte mi sveglio con gli occhi sbarrati pensando al lavoro e ai problemi lì e all'arretrato che ho da sbrigare e alla gente che si fida di me. Forse troppo.
E' finita una epoca.
E io devo finire l'università per novembre, assolutamente.
E poi riprendere con costanza con il pianoforte e con lo sport che ho abbaandonato agli angolo di una strada.
Sono anche gli ultimi post del blog che scriverò, forse. E già lo faccio di rado.
Ho intenzione di chiuderlo.
E' finita una epoca.

giovedì 21 maggio 2009

Una bambina

Ho depositato il titolo di tesi.
Ho depositato i sogni.
Ascolto Beethoven e piango come una bambina.
Studio.
Fumo sigarette.
Bevo caffè.
E piango come una bambina.
Non credevo i miei genitori mi potessero mancare così tanto.
Sono ancora una bambina.

venerdì 8 maggio 2009

Lava via il sangue, Lava via lo sporco, Lava via i dieci piani!

Nel silenzio di questo blog ci stanno in mezzo giornate d'amore. Come la primavera e i fiori rosa fiori di pesco di battisti che cantavo immersa nell'aria di Parigi. Parigi che vale aver paura dell'aereo e vomitare. Che vale la fativa e un ginocchio mezzo rotto. Parigi che vale l'amore e risveglia la voglia di viaggiare, sebbene il risveglio del ritorno alla vita reale fatta di numeri, di tesi, di pianoforte, di esame ecdl advance, di gente pateticamente attaccata al denaro. Un risveglio difficile ma cullato dalle dolci parole dei CCCP ormai colonna sonora insopportabile a forza d'esser ascoltata.
A breve, a quanto sembra, cambierò la mia residenza e trasporterò la mia perenne assenza in una essenza da vivere in due con tutto l imbarazzo che porta con sè la conoscenza e l'imparare, la lingua italiana. Oh, la lingua francese. Splendida e soave, splendida tanto quanto non lo sono, per me, i francesi. I vini francesi, intendo. Sogno ancor oggi un ottimo nero d'avola corposo da sorseggiare alla fine di una opulenta cena fumando l'ultima sigaretta del pacchetto che la gusti come fosse l'ultima tua dose di eroina vera. Ma ho il cuore bianco, come eroina (Afterhours).
Cresce anche l'attesa per i risultati del 12 maggio. Un'altra tortura a fondo nell'anima con una lunga forbice grigia per scoprire se dobbiamo tagliare pezzi di ste per eliminare queste stronze di cellule (zoccole) e per eliminare anche altri sogni, che, con un taglio netto, cadranno in un lunghissimo buco nero.
ma è stasera che vedo tutto nero. semplicemente perchè qui è solo rosso, ma rosso di un comunismo incrostato e reietto. d'un co(ns)munismo che non m'appartiene più. Produci Consuma Crepa
Devo compare una lavatrice. Lavami via, lavami via.
Lava via lo sporco e fammi dimenticare i dieci fottuti piani.
Giraci attorno, no ciurcuiscili. Guardali desiderali, abbattili.
Torna indietro. Tradiscili ma poi aspirali. Ingoiali.
E ripetiti: sei una Puttana, ma non è grave.
E' solo il mestiere più antico del mondo, dice mio Padre.

mercoledì 22 aprile 2009

CSI - Depressione caspica

no, non ora, non qui in questa pingue immane frana
no non ora non qui, no non ora non qui
se l'obbedienza è dignità, fortezza
la libertà è una forma di disciplina
assomiglia all'ingenuità la saggezza
ma non ora non qui, no non ora non qui
io, in attesa, a piedi scalzi e ricoperto il capo
canterò il vespro, la sera
ecco che muove e sgretola dilaga
uno si dichiara indipendente e se ne va
uno si raccoglie nella propria intimità
l'ultimo proclama una totale estraneità
tu, con lo sguardo eretto all'avvenire
fisso al sole nascente ed adirato all'imbrunire
tu non cantavi mai la sera, non cantavi mai
no non ora non qui in questa pingue immane frana
no non ora non qui no non ora non qui
se l'obbedienza è dignità fortezza
la libertà una forma di disciplina
assomiglia all'ingenuità la saggezza
ma non ora non qui, no non ora non qui
tu non cantavi mai la sera, non cantavi mai
tu non cantavi mai la sera, non cantavi mai

sabato 18 aprile 2009

Aprile è un mese che insinua dubbi. La primavera si snoda nelle strade e la ritrovi negli alberi, nei fiori. Anche nei sorrisi della gente vedi la nuova stagione. Vedi come c’è voglia di pensare al cambiamento. Cambi d’armadio, cambi di scarpe, cambi di colorito della pelle. Cambi anche il fidanzato spesso oppure pensi di poterlo cambiare. Cambi umore velocemente perché il tempo atmosferico muta in continuazione, quasi in modo equatoriale e credi che si, davvero puoi cambiare anche tu. Il sogno di anormalizzare il corso delle cose resta impresso tutte le mattine in cui ti svegli, resta impresso sulla fronte perché vedi che gli altri lo scorgono, quando allupati di conoscenze ti scrutano tra i capelli scomposti e le vene tese per l’ennesima giornata intensa che t’aspetta. E poi si, ci credi anche tu in quei giorni in cui il sole è alto e i problemi assumono un aspetto piccolo rispetto alla grandezza del tuo spirito che ormai inonda i canali del fiumiciattolo che mediocre scorre sotto casa tua. Guardi e ti sembra di poterlo percorrere quasi camminandoci sopra, quasi tu fossi un nuovo Cristo d’anni duemila. Ma non lo sei e forse cristo non è mai esistito e tu non lo sai. Non lo puoi sapere, non c’eri. Crocifissi d’anni zero inseguono in un continuo chiedere perdono di peccati per cui non ti penti davvero. In preda a questo delirio poi la consapevolezza prende piede fino a farti capire che il coraggio c’è. Il coraggio c’è davvero e stai per fottere tutti quelli che ti passano di fianco. Li fotti mandandoli a quel paese che tu conosci, e nel quale poi vorresti andare anche tu ma non lo dici… perché te ne vergogni. Fottere senza sentirsi in colpa come invece senti tutti i giorni in cui seduta dietro a quella scrivania devi sorridere e far credere a cose in cui non credi neanche tu, devi far credere che è tutto bello, che nel mondo ci sono i fiori e che siamo tutti felici. Ma sai, dentro, che non è così e anzi, pensi a quando dovrai di nuovo scontrarti con la bruttezza delle cose, a partire dalla pessima immagine che ti rimanda lo specchio, oh Cristo! Ora ti riduco in mille pezzi di vetro.

mercoledì 15 aprile 2009

L'orgasmo (alla fine l ho pubblicato, dopo titubanze)

Alcune volte poi mi scoppia il cervello. Alcune volte si, mi trovo nella condizione di sognare mentre fuori splende il sole tra le montagne e una coperta color salmone mi ricopre dalla testa ai piedi e il rossetto fucsia s’è ormai sbavato, alla Robert Smith dei Cure. Il cerchietto è andato a finire tra i piedi e vestita così’, in un santissimo giorno di pasqua, ho fatto sogni altamente lussuriosi. Da girone dantesco, ma da peggior girone dantesco. È iniziato tutto in una casa strana e piccola, sviluppata in alto. Di circa dieci piani con ogni piano da dieci metri quadrati. Il primo piano aveva solo un tavolo, di tipo quelli dell’Ikea, bianco e nero che se lo apri diventa per dieci persone, se resta chiuso, per una. Il secondo piano aveva invece un tappeto, probabilmente di origine iraniana con delle testate nucleari al posto delle frange laterali tutte morsicate da un ipotetico cane, che però non ho visto. Al terzo piano un mobile lungo, ovviamente dieci metri quadrati, pieno di scarpe: alte, basse, con i lacci, senza lacci, sandali, scarpe chiuse, mocassini, tempestate di piccoli brillanti oppure semplici, quasi rotte. Rattoppate. Il quarto piano aveva un cucinino intarsiato nel muro dal quale si vedeva solo una teiera. E un portacenere, zeppo di sigarette spente. Al quinto piano molti quadri con volti abbozzati e scritte, rigorosamente in bianco e nero lucide da specchiarsi. Al sesto piano uno stereo, forse che raccoglie solo vinili, non so non ricordo. C’era un vinile. Alberto Camerini. Tanz Bambolina suonava in un profumo s(conosciuto) dei miei migliori anni 80. La scala che mi faceva salire era di legno mangiucchiata dai tarli comunisti, pugno chiuso verso l’alto e sogni d’anarchia. Cattivi pensieri su quella scala. Il settimo piano solo fiori. Freschissime rose rosse in vasi neri dal collo lungo giraffesco. Ecco da dove veniva il profumo, dalle rose. All’ottavo piano, ombre solo ombre. Ombre di uomini alti e magri. E tante mani addosso. Mani aspre, mani rovinate, mani tagliate da vetri abbandonati, mani sanguinanti, mani sorridenti, mani senza alcuna educazione che hanno iniziato a martoriare il mio corpo stanco. Le mie gambe stanche dopo aver salito otto piani e con il respiro che si “inciampava nei denti” (Guccini, Venezia). Mani adorabili dappertutto. Ho iniziato a pensare che quelle mani mi piacevano ma una di esse mi ha spinto con forza al nono piano dove ho capito che la salita era solo verso delle sensazioni sempre più fonde, sempre più provenienti dal mio basso ventre maligno e mi accorgevo dalla linfa che vitale scendeva liquorosa fino a inumidirmi le scarpe. Delle bellissime scarpe dal tacco altissimo ma sinuoso quasi un serpente. Sei il mio serpente. Dov’è il mio serpente? E i brividi sono cresciuti imbarazzanti in uno scoppio deflagrante urla. Era il decimo piano. Una lenta arrampicata che ti fa assaporare passo dopo passo le dita che si insinuano e altre parti umide che ti seviziano l’anima per farti comprendere che si, si sono tua. Scusami se sono tua e ti prego, sii pure la scheggia impazzita che sale e scende, sale e scende. Ma fermati perché la lunghezza non è infinita. Fermati perché l’appartenenza momentanea è più dolorosa di quella perenne. Perché anche il ghiaccio si scioglie e inonda le mani, inonda il tappeto iraniano, inonda il tavolino ikea fino a che non ho capito. Si, voglio un altro orgasmo. Di quelli che ti spezzano le ossa e stai male per giorni, solo per la mancanza. La mancanza di un “giocattolo vibrante in te che cola miele che sa di me in questi silenzi, si pornografici” (Afterhours – Elymania). Ho sete, sete di sentire sensazioni socialmente proibite.
Caffè scorre nelle vene questa mattina e a breve inizierò con serietà a scrivere.

sabato 4 aprile 2009

Questa mattina mi alzo con la consapevolezza di dover fare l'ECDL advanced prima di laurearmi e invece di mettere una bestemmia nel caffè, aggiungo più zucchero. E ascoltando marlene kuntz (ultimamente gettonatissimi qui in my music player) aspetto che mi passi questo mal di testa dovuto poi a chissache. Questa sera separata da D andrò a vedere Bugo con la mia amica Chris. Mi manca tanto la mia amica chris. (baanalità - verità).
Oggi mi sveglio anche con la consapevolezza che se vado avanti così non mi laurerò mai. MAI
MAI !

lunedì 30 marzo 2009

del resto, alcuni giorni, mi sento come EMILIA PARANOICA dei CCCP.del resto, alcune notti, mi sento come Love like blood dei killing joke.del resto, quasi tutti i pomeriggi, mi sento slave to the wage, dei Placebodel resto, tutte le mattine mi sento quella della collina dei ciliegi di Battisti che "se davvero volesse vivere la vita luminosa e più fragrante...dovrebbe cancellare quella supplica dagli occhi... e rendersi conto che la saggezza è solamente la prudenza più stagnante"del resto, poi, alcune sere sono la sposa di Like a Virgin di Madonna.
Stasera invece la Rita Pavone di Datemi un martello, sono la Meg di rigurgito ANTIFASCISTA dei 99POSSE, sono la Donatella di Lamette e la Eddy Vedder di Go.
Poi mi spoglio di tante false somiglianze e sono solamente la Ste di se stessa. La ste della stracciatella, delle nuvole di panna montata da leccare, la ste che beve una lattina di cocacola cantando "BEVI LA COCACOLA CHE TI FA BENE, BEVI LA COCA COLA CHE TI FA DIGERIRE", la ste della cintura a catena che sbatte dapperttutto e fa rumore, la ste delle striature rosse sulle guance quando si imbarazza. La ste della penna che vibra come fosse una lama che incide ogni qualvolta scrive. La ste che si compra il libro del "venditore etico" e del "selfbranding". La ste che ama un po', poi troppo e per amare sempre di più si consuma e poi non ama più. La ste che non scrive la tesi. La ste che non studia statistica. La ste che continua ad esagerare i sentimenti. La ste che "vaffanculo tu" e del "stupido" e del "maledetta ignoranza" e del "stai zitto fascista - revolution - lasciatemi vivere quello che voglio". la ste ciclotimica, metereopatica, lunatica, sbalzi d umore, sbalzi di cuore che si odia e si taglia le mani e poi si ama e loe ricuce o le fa ricucire. La ste che guida, nella notte per la notte in più strade (di campi, di città). La ste che "non mi confesso da anni, non ricordo e se mi confesso non mi danno l'assoluzione". La ste che è una zoccola e vende l'anima, ma mai il corpo, mai del tutto.
la ste che si confessa alle note del facebook: vive e combatte i demoni per trovare il bene assoluto. l'autoconsapevolezza, la profondità, l'identità, il se'.
E poi crolla nel sogno con tra le coperte con lo sguardo da bambina e il dito medio alzato.
(stasera mi sento autositruttivamente rivoluzionaria, sarà la nuova spilletta che campeggia sulla giacca?)D. grazie. Non so come fai ma mi sopporti.

sabato 28 marzo 2009

Grigio primavera, oggi cambia l ora per farci dormire una ora in meno e vivere forse qualcosa in più. Sono come elettrizzata e come amplificata di sentimenti in attesa di viverne sempre di più, sempre di più, per soddisfare ego, Io e Sè, per soddisfare la fame di sapere di me (stessa).

Mezz ora di pianoforte per non perdere l'allenamento. Dipingiamo le mie unghie, nere su tasti bianchi, e poi via. A sollazzarsi camminando su pietruzze bassanesi.

(e perchè no, bevarse un mezzo e mezzo da nardini)

domenica 22 marzo 2009

the cure - pictures of you

I've been looking so long at these pictures of you
That I almost believe that they're real
I've been living so long with my pictures of you
That I almost believe that the pictures are
All I can feel

Remembering
You standing quiet in the rain
As I ran to your heart to be near
And we kissed as the sky fell in
Holding you close
How I always held close in your fear
Remembering
You running soft through the night
You were bigger and brighter and wider than snow
And screamed at the make-believe
Screamed at the sky
And you finally found all your courage
To let it all go
Remembering
You fallen into my arms
Crying for the death of your heart
You were stone white
So delicate
Lost in the cold
You were always so lost in the dark

Remembering you
How you used to be
Slow drowned
You were angels
So much more than everything
Hold for the last time then slip away quietly
Open my eyes
But I never see anything

If only I'd thought of the right words
I could have held on to your heart
If only I'd thought of the right words
I wouldn't be breaking apart
All my pictures of you

Looking so long at these pictures of you
But I never hold on to your heart
Looking so long for the words to be true
But always just breaking apart
My pictures of you

There was nothing in the world
That I ever wanted more
Than to feel you deep in my heart
There was nothing in the world
That I ever wanted more
Than to never feel the breaking apart
All my pictures of you

il caos emotivo

L’urgenza di scrivere è imbarazzante rispetto all’urgenza di fare colazione, di lavarsi il viso come i gatti, di mettersi lo smalto sulle unghie, di togliersi queste vestiti della notte o di fare alcuna altra cosa che poi possa darmi un briciolo di speranza d’esser presentabile. Più importante di continuare a provare e riprovare al pianoforte let it be o di chiarire con chi amo cosa è successo in questi due ultimi giorni di totale caos emotivo.
Ebbene si lo definirei così quello che mi ha colpito e non mi ha lasciata vivere. Posso attribuirlo allo stress o forse semplicemente alle bugie. Dette e sentite dire. Allo stress di giornate al lavoro nelle quali corro da una parte all’altra dimenticandomi cose, prendendo appuntamenti, concludendo un quarto di quello che dovrei concludere massacrata di domande, telefonate e maledettamente sott’organico. Storia che da lunedì dovrebbe finire ma mi trascino da tre mesi, difficili ma importanti nei quali mi sono fatta la pellaccia dura da pallone da basket e che, forse, mi serviranno per affrontare i giorni a venire (o come diceva Godano dei Marlene, “scopo con i giorni a venire ma non vengo mai”). Alle bugie che in un modo o nell’altro continuano a invadere i miei sentimenti. Dette si, a fin di bene a fin di male, bugie bianche o nere comunque menzogne sporche o pulite che siano. E sentite dire. Anche qui con scopi forse positivi che poi si rivelano deleteri per l’anima instabile che riposa dentro di me, che a volte si sveglia e scappa e corre. La soluzione è forse quella di cadere tra le braccia del primo demone che m’aspetta con la porta aperta e il sorriso sghembo? Forse è un errore ma mi piace molto. Mi piace molto essere corteggiata platonicamente dai demoni che corrono nel mio cervello. Poi provare a resistergli e ricadere tra le loro braccia e resistergli e ricadere. Poi però non è semplice liberarsene… non è semplice perché come eroina, dal cuore bianco, ti da dipendenza e vorresti risentire quella lingua bagnata correre ai lati del tuo cervello e lasciare rivoli di saliva sporca di fuoco e di mendacità. Vorresti sentire le mani dappertutto lasciare segni violacei e i denti trasparenti mordere i pensieri fino a farli sanguinare per darti la possibilità di farti succhiare linfa vitale che scende maligna, matrigna, da ogni parte del tuo corpo. Eppure sono solo sogni e i demoni sono sempre nel mio cervello… e qualunque situazione li porti ad essere vivi resta un piccolo frammento di realtà irrealizzabile e che, è meglio non realizzare. (Il fuoco è bello si ma brucia – Afterhours). Il copriletto bianco mi sorride. Mentre io non riesco a piangere. Non ci riesco. Ho come una faccia di cemento armato durissimo che si spacca sotto la pioggia di piccole meteoriti che questo caos emotivo sta creando. Una faccia pesantemente antipatica. E non sentire risposte ma solo silenzi dati da vuoti d’anima reali o momentanei mi distrugge ancora più ma non mi porta a reagire con la solita rabbia lacrimante ma con indifferenza fredda e copiosa. (Ti do le stesse possibilità di neve al centro dell’inferno ti va? – Afterhours). Da cosa è data questa indifferenza fastidiosa? Dalle troppe lacrime versate, dall’averle finite? O semplicemente dal menefreghismo, unico sentimento che mi fa paura? Si è questo. Totale disinteresse dopo mesi e mesi di interesse, di richiedere spiegazioni, di continuare a sbattere la testa contro lo stesso muro che non si rompe non si rompe e continuare a ferirsi la testa, raccogliere il sangue, mettersi un cerotto e iniziare senza mai arrivare a buttare giù il muro di bugie. E se le bugie me le fossi costruite da sola senza che esse esistano? E se tutto fosse frutto della mia mente malata che non riesce a comprendere? (La comprensione è una utopia come l’anarchia – Bluvertigo) sarebbe ancora peggio. Se fosse tutto costruito dentro di me sarebbe una piccola tragedia greca. Nella quale v’è una unica attrice e sono io che faccio tutto: ruoli drammatici, ruoli satirici, ruoli divertenti, ruoli. Un continuo cambiare ruolo a definire che Stefania è più Stefanie, una due tre quattro (in quante siamo qui oggi?!). E nessuna di queste ha un briciolo di razionalità. Nessuna di queste ha capito cosa veramente vuole. Nessuna di queste sa cosa è davvero che si muove dentro di se o chi si muove. Uno, due tre quattro. Uomini, donne, pensieri, sentimenti, una multisensualità che a volte pesa come un macigno ingestibile da queste quattro pareti che sono il mio corpo mediocre, tanto autodesiderato, tanto automartoriato da fiotti di vomito che per anni hanno riempito i cessi come punizione quasi divina per una testa fonda e un corpo che non le appartiene. E mi ritrovo oggi, a ventisette anni quasi 28 con tutto e niente in mano. Con in mano solo delle unghie sfibrate e un graffio nascosto tra polso e dorso. (Seduto qua, per chi mi vuole qua . arrenditi o liberati – Marlene Kuntz).
Le cose devono cambiare, le cose devono trovare pace.
O morirò all’inferno sbattuta dal vento per l’eternità.
Ma esiste l’inferno?

sabato 21 marzo 2009

Pomeriggio di sabato.
Primo pomeriggio di sabato.
Ieri sera tensione con D.
stamattina mani scorticate e autoreferenzialità che a momenti sembrava dialogo.
Questa sera c'è Lamette party al Vinile e io e chris e forse altri ci andremo a fare un po di festone e danze. Continuo ad avere un sonno perenne e devo continuare a studiare gli accordi di let it be dei beatles che devo saper suonare per giovedì quando ci sarà lezione. Devo anche studiare statistica e andare avanti con la scrittura della tesi. Devo coltivare i rapporti con gli altri e la cura per me stessa.
Sono confusa.

venerdì 20 marzo 2009

Le spiagge sono ancora vuote e io colleziono tazze di carta di starbucks piene di sabbia.
Sono molto stanca e i tasti non esprimono bene le sensazioni, i pensieri, le fatiche.
E non esprimono bene nemmeno i sorrisi, le gioie.

Appena questa penna virtuale avrà ispirazione dovrò fare un pst lungo 20 pagine per descrivere questo periodo ricco e povero al contempo.

mercoledì 4 marzo 2009

FUNKY SHOW -Beatrice Antolini

Grazie a chi me l ha fatta conoscere.

Sono stanca e un po lavativa....
devo assolutamente studiare
STUDIARE
STUDIARE

martedì 3 marzo 2009

sfarfalleggiare

Oggi ho usato questo verbo eccezionale:
SFARFALLEGGIARE.

e questo basta per coronare un'altra giornata con nella mano sinistra una lattina di coca cola senza caffeina (i succhi gastrici ringraziano)

Marlene Kuntz - Sonica ALZARE IL VOLUME, grazie !!

ORSO si sposta goffamente con passo irregolare
nel flusso irregolare della gente che scontra;
le mani dentro a un buco, tasche sfinite
vociare di monete obsolete
ORSO CI VEDE NEBULOSAMENTE, NEBULOSAMENTE
GIA'
Le luci del giorno gli danno quel non so che lo turba
gli manca quel buio che non si trova in fondo
alla via - IN FONDO ALLA VIA - luci del giorno che danno
quel non so che ti turba e ti fanno lievitare!
Fragori nella mente, rumori, dolori
lampi, tuoni e saette
schianti di latte
fragori e albori di guerre universali,
scontri letali
SONICA, SONICA...

lunedì 2 marzo 2009

Bugo - C'è crisi (e wall street perde un altro 4%)

questo è l'unico post per questa giornata difficile !

giovedì 26 febbraio 2009

IL PIACERE

Perchè non si può dire la parola "mi piaci" senza scatenare un casino? Allora a questo punto vado a cercare il significato della parola pe capire se forse sono io che ne faccio un uso improprio
Da wikipedia:
"Il piacere è un sentimento o una esperienza che corrisponde alla percezione di una condizione positiva, fisica o psicologica, proveniente dall'organismo."
Condivido. Alle volte dico "mi piaci, mi piace" per indicare qualcosa o qualcuno con cui sto bene ma il piacere non implica nè la parola "IMPEGNO" nè la lunga frase "DEVI SPOSARMI E VIVERE TUTTA LA VITA CON ME STRETTO STRETTO SENZA MAI STARE CON ALCUN ALTRA" nemmeno poi "VOGLIO INVADERE IL TUO CUORE E SPAZZARE VIA TUTTO QUELLO CHE C'E' DENTRO PERCHE' DEVO STARCI SOLO IO".
Piacere per me vuol dire stare bene e sentirmi felice. Sorridere senza pensare a null'altro, alle conseguenze, non essere per un momento paranoica. Piacere è quando una persona ti sfiora e tremi perchè il contatto ti ha dato delle emozioni. Piacere è parlare, bere vino rosso, ridere, sorridere, salutarsi, sparare cazzate e condividere cose belle e si, pure brutte. Piacere è fare all'amore dimenticandosi il proprio corpo e scoppiare in mille orgasmi che non sono dati dall'amore in se' ma dall amore per se' (ma questa è una altra cosa)
(Sottofondo - Franco Battiato - prospettiva Nievski)
Però poi ci sono i risvolti: il pensare, il desiderare. E non puoi toglierlo. Se mi piaci, se mi piace (perchè poi è riferito a cose/persone) io ti desidero. Magari per un minuto, per un FRAMMENTO, magari nel sogno o nella carne. ma non puoi toglierlo o fare finta che non esista, ma questo non include impegno. Include SOLO il mio, di impegno. Il desiderio, poi. Non è legato solo alla carne. Può essere legato anche solo alla dimensione ludica di avere la "proprietà" di qualcosa/qualcuno solo per pochi minuti.
(Marta sui Tubi - l'abbandono)
Si può dire "mi piaci" anche ad una donna senza cadere nella banalità della bisessualità. E' una frasetta talmente poliedrica che la posso dire anche a me stessa (che sforzo) allo specchio.
(Luigi Tenco - quello che conta)
Il concetto, il succo di questo limone che mi spremo amaro in bocca e degusto con avidità e acidità, è semplice: ho voglia di poter dire quello che voglio senza intaccare i sentimenti o le volontà altrui semplicemente perchè la mia volontà non implica quella altrui. Se poi manco di rispetto mi venga detto e faccio un passo indietro.
(Occhi Bassi - TARM)
ma anche
(La grande scritta Coop - lelucidellacentraleelettrica)
e concludo dicendo una frase banale ma che spesso ricorre in questo blog:
PERCHE' CHI HA I DENTI NON HA IL PANE
e CHI HA HA IL PANE NON HA I DENTI.
"Ti" (ipotetico) ho fatto un regalo che non sai e che non puoi scartare.
Accettalo.
Termino con
(BABY FIDUCIA - AFTERHOURS) con la frase
IL FUOCO E' BELLO, SI MA BRUCIA, MIA VERGINE, BABY, FIDUCIA.
A buon intenditore, tante parole.

venerdì 20 febbraio 2009

Non scrivo da giorni eppure i giorni restano densi e colano fantasia.

Eppure tutte le novità e le ovvietà che costellano la mia vita si susseguono al ritmo instabile della mia testa...dove l'unica cosa stabile resta l'instabilità.

giovedì 5 febbraio 2009

I'm lost ?!

Sono stanca e ascolto i noir desir, devo prepararmi la borsa perchè domani sera vado a Milano da mia sorella per il fine settimana, sabato in fiera con D e passo del tempo con la mia nipotina Giulia.
Stasera lezione di pianoforte con un nuovo insegnante che mi piace molto, molto concreto... molto semplice. Un bravo insegnante.
Speriamo adesso resti lui fino a fine anno.
Ho molti pensieri, non realizzabili qui,
Penso semplicemente, nella mia continua paranoia, di essere fortunata.
Ferraresi (aggiungo quel gran figo del professor ferraresi) non mi tiene più in tesi (insegna solo a Milano da quest'anno), così prenderò il suo posto un altro Prof che andrò a conoscere mercoledì prossimo.
speriamo bene.

mercoledì 4 febbraio 2009

Statistica: vaffan.......

Non sono nemmneno riuscita a finire la prima parte che mi sono ritirata.

Troppo lungo, troppo difficile.



A maggio lo rifò e prendo 30, lo garantisco.



Intanto vado avanti con la tesi...almeno quando l'avrò passato... sarò pronta...



(mi vedo già a 45 anni ancora iscritta allo iulm ahahaha)



Povera me....

martedì 3 febbraio 2009

s'alzano i roghi in CuPeVaMpE

tensione che si taglia con il coltello.
continuo a sentirmi impreparata.
ahimè è già domani.

ascolto cccp e faccio esercizi....
cercherò di prenderla con philosophia se mi bocciano.....

cristalli della mia intelligenza sono sparsi ovunque qui...
sono ovunque tranne dove dovrebbero essere
..
nel libro di statistica

cupe vampe.

lunedì 2 febbraio 2009

Bluvertigo - Sovrappensiero

Assisti ad una spiegazione e ne alteri il contenuto.

Non ho più voglia di stare a spiegare certe cose.

soprattutto quando dovrebbero capirle.



mercoledì. sono tesa e non molto preparata.

metto in conto la bocciatura, quasi con il sorriso

quasi, aggiungo.

giovedì 29 gennaio 2009

Afterhours - Voglio una Pelle Splendida (Originale)

GENIALE !
GENIALE !
GENIALE!!!

le matite

Si sta consumando la matita blu.
Devo concentrarmi, ma non ci riesco.......

mercoledì 28 gennaio 2009

Variabili....casuali....

Siano S e T insiemi arbitrari. Supponiamo che ad ogni s appartenente a S venga associato un unico elemento di T. L'insieme f di tali associazioni é detto funzione o applicazione o trasformazione di S in T e si scrive f: S->T. Designamo con f(s) l'elemento di T che f fa corrispondere a s appartiene a S e lo definiamo immagine di s a mezzo di f ovalore di f in s. L'immagine f(A) di un qualsiasi sottoinsieme A di S e la preimmagine f-1(B) di un qualsiasi sottoinsieme B di T sono definite come segue:
f(A)= [f(s):s appartenente A] e f-1(B) = [s: f(s) appartiene a B]
E se qualcuno poi mi chiede perchè da settimane soffro d'insonnia................
MA COS'E' !!!!!!!!!! PERCHE' DEVO STUDIARE STE COSE!!!!!!!!

martedì 27 gennaio 2009

lo sfogatoio

oggi è venuto il mio responsabile di mercato.
si è chiuso la porta alle spalle
e ho iniziato.
...
ho detto tutto quello che pensavo
con educazione (a volte no) e cordialità (a volte no)

magari mi licenzieranno (eheheh)
ma io mi sento meglio.
e lavoro con più voglia, ora.

REVOLUTIONNNN !!!

lunedì 26 gennaio 2009

Pensieri e ancora pensieri.
mezzora di lettura di breakin dawn
mezzora di esercizi al pianoforte
hanon n. 5, devo sciogliere i polsi altrimenti mi fanno male.
Non chiamo D., voglio aspettare, voglio resistere, voglio dargli fiato.
So che sta bene, che non ha più la febbre.
Non posso continuare a stargli attaccata come una mamma: "bevi, mangia la frutta, copriti, vestiti". ha 32 anni.
Non voglio neanche più continuare a dargli peso e andare ogni due giorni a casa SUA. Quella é casa sua, non nostra e non so, ma sebbene io lì ci stia ottimamente .... forse è giusto che mi stacchi... questo non vuol dire non amare... vuol dire solo far respirare, cercare di essere meno gelosa, meno inquetante e magari dedicarmi più a me stessa che alla possessività.
Domani si rientra in ufficio: devo persino scrivermi le cose che devo fare, da quante ne devo fare... perderò qualcosa per strada, perderò qualcosa per strada.
Me stessa.

Lacrimosa ~ Allein zu zweit

Am Ende der
Wahrheit,
Am Ende des Lichts,
Am Ende der Liebe,
Am Ende, da stehst Du.
Im Herzen wird es leerer,
Ein Teil geht nun von mir.
Nichts hat überlebt,
Wir haben schweigend uns schon lange getrennt.
Und mit jedem Tag - 'wir' -
Wuchs die Lüge unsrer Liebe
Und je weiter wir den Weg zusammen gingen,
Desto weiter haben wir uns voneinander entfernt.

Einsam - Gemeinsam:
Wir haben verlernt uns neu zu suchen.
Die Gewohnheit vernebelt,
Die Trägheit erstickt,
Der Hochmut macht trunken
Und die Nähe treibt zur Flucht

Tanz - mein Leben tanz
Tanz mit mir!
Tanz mit mir noch einmal in den puren Rausch der nackten Liebe
und

Und wenn ich sie/ihn so sehe,
Wenn ich sie/ihn erlebe,
Wenn ich uns betrachte
Etwas hat überlebt.
Und wenn ich Kraft und Hoffnung fände,
Wenn ich selbst noch den Glauben an uns hätte,
Wenn ich sie/ihn erreichen könnte
Sie/Ihn noch einmal für mich hätte
Wenn die Basis - unser Fundament
Wenn wir uns noch einmal neu entdecken würden
Wenn sie/er nur wollte,
ICH WILL!

Einsam - Gemeinsam:
Wir haben verlernt, uns neu zu suchen!

Die Gewohnheit vernebelt,
Die Trägheit erstickt,
Der Hochmut macht trunken
Und die Nähe treibt zur Flucht.

Tanz - mein Leben tanz-
Tanz mit mir
Tanz mit mir noch einmal in den puren Rausch der nackten Liebe
und

Tanz mit mir, mein Leben, tanz mit mir, tanz mit mir, tanz mit
mir, tanz mit
mir noch einmal in den puren Rausch der nackten Liebe......
und

tanz, tanz

Viviamo di momentanee euforia.
Viviamo del sangue che fuoriesce da noi.
del sangue che è in noi.

patente europea del computer, superati 5 moduli su 7.
Devo rifarne due....

meglio di quanto sperassi

ora
STATISTICA STATISTICA STATISTICA

sabato 24 gennaio 2009

Placebo - Twenty Years

you're the thruth not I

l'eterno ritorno all'uguale...

Sono giorni che entro ed esco dal blog. E non scrivo niente. Giorni che mi siedo davanti a scrivanie o tavoli per studiare e non studio niente. Giorni che sto davanti ad un pc a lavoro e mi sento svuotata. Sarà che è alle porte l'ultimo esame, sarà che sono tesa, tesissima e non ci capisco molto, sarà che invece di dormire passo le ultime notti a leggere (non studiare s'intende). Mi compro un libro la mattina e la notte lo leggo... alle 21 e 30 sono a letto per riaddormentarmi alle 2.... nel silenzio della mia cameretta. Ho un momento di vuoto d'obiettivi sebbene vi siano, in realtà. Ve ne sianoo moltissimi ma questi ultimi tre giorni vedo NERO, nerissimo... e nemmeno il sorriso dolce di D riesce a placarmi, nemmeno le parole gentili della mia nuova amica R (ebbene si, c'è una nuova amica) riescono ad aiutarmi a superare questo momento di imbambolamento. In ufficio la situazione è difficile. Siamo in 5 su 7, una maternità e un trasferimento... entrambi senza sostituzione. Il lavoro si accumula, perdo occasioni di continuo e probabilmente, sebbene io sia capace, perderò qualche cliente.... non riesco a lavorare in queste condizioni, io, perfezionista come sono. Al di là di questi 4 giorni di ferie che mi han concesso ... non posso continuare a stare a lavoro fino alle 19.00. In aggiunta, la promozione tanto sospirata... bhè non è arrivata... e vedendo la situazione del mio settore in questo periodo deduco... che non arriverà. Cerco di lavorare con serietà e attenzione ed ETICA, tanta tantissima ETICA in questo momento.... e anche prima... credo che se non avessi lavorato con questo principio alla base ora non dormirei di notte.... quello che per me è fondamentale è pensare sempre che dall'altra parte della scrivania ci siano persone che conosco. Io non vendo vestiti o mobili: muovo il DENARO di chi magari c'ha messo una vita di sacrifici e lavoro per risparmiarlo... e quindi... sorriso sulle labbra ma grande rispetto. Come spero facciano tutti i miei colleghi consulenti. La settimana scorsa ha di nuovo chiamato quella azienda che da un anno cerca di assumermi. Mi amadre gli ha detto che ero in VACANZA. Se mi vogliono davvero devono propormi qualcosa di VERAMENTE interessante. Io non ho nessuna intenzione di cambiare... la filiale in cui sono è fatta veramente di brave persone (i colleghi sono simpaticissimi...sempre sorridenti e pronti a fare battute.., i clienti persone semplici, che si fidano, che mi sorridono che si informano su come sto...e che sto cercando di educare...si, cerco di dargli delle piccole nozioni sugli investimenti e gli spiego sempre che DEVONO SAPERE DOVE SONO INVESTITI I LORO SOLDI!!! c'era gente - questo l'ho sentito alla tivvù - che quando è fallita LB non sapevo nemmeno di averci investito sopra...) e in aggiunta in un momento come questo bisogna ringraziare di avere un onesto stipendio (se guadagnato onestamente) e un posto di lavoro non precario e al caldo.
Questo però non mi convince e anche continuare a ripetermelo fa si che io non me ne convinca. manca qualcosa: la PASSIONE, LA VOGLIA DI RAGGIUNGERE DEGLI OBIETTIVI, UN OBIETTIVO... non si può lavorare solo per lo stipendio ...tutti mi dicono...laureati poi vedrai...su... non pensarci... ma come faccio? la laurea ormai in questo mondo cambia poco... staremo a vedere.
Ho passato una settimana da D per studiare e ho fatto praticamente la donna di casa: pulito, preparato pranzi e cene... ho fatto la mogliettina part time per 4 giorni e mi sono resa conto che forse NON SIAMO PRONTI... e soprattutto LUI non è pronto.... non voglio quindi che si senta costretto a farmi andare a vivere lì... non voglio che.... forse devo davvero tornare a ripensare a me stessa e ai miei intendimenti... se mi vorrà, mi seguirà. Lui ha la febbre, come del resto mia madre e mio padre, son tutti malati.
Lunedì esamino di 2,5 crediti per completare un esamone che mi manca e che mie ro dimenticata, poi il 4 febbraio il banco di prova. Lei, la fottuta STATISTICA.
Datemi una possibilità di redimermi da questo stato di continua e perenne stranezza. Non è giusto. Soprattutto perchè ho avuto gli esiti della mia biopsia e sono negativi. Cioè. Non mi operano. Mi tengono sotto controllo ma non mi operano e questo per me é una notizia stupenda. anche brutta perchè vuol dire ogni 3/6 mesi farmi quelle visite poco gradite... ma se può evitare l'operazione...leccherei anche per terra una strada, piuttosto di farmi mettere le mani addosso.
se stasera non vedo D, se sta ancora male, esco con la R. strano crearsi una nuova amicizia a 27 anni. (mioddio sono vecchia... sto leggendo l'intera saga di twilight...ho letto new moon e stanotte eclipse... mi manca il quarto libro ma non lo compro finchè non faccio statistica altrimenti mi assorbe e, so che è irreale, ma questo amore di scambio danima e quasi totalizzante mi fa invidia....quello con D è fondo, profondo ma non così, e io lo voglio così. il fatto che io sia vecchia mi sovviene perchè nella storia Lei vuole farsi mordere dal vampiro per restare viva per sempre....accanto a lui,, ma la vecchiaia non è forse bella?)
Ho voglia di mettermi il vestito nero nuovo trasparente con i tacchi alti neri di vernice. E andare a ballare allo Shelter (ma c'è ancora lo shelter??)

sabato 10 gennaio 2009

tre allegri ragazzi morti - mio fratellino ha scoperto rock'n roll

dopo mesi iersera io e chris siamo uscite e eandate a ballare.
mi sono MOLTO divertita...c'è un rapporto con lei che va al di là della semplice amicizia. E' una sorta di profonda complicità condita da passioni comuni... anche adesso che siamo così cambiate...così diversamente vestite e lei ha questi bellissimi capelli corti che risaltano ancora di più lo splendido luccicare dei suoi occhi aperti e intelligenti....eppure in tutto questo cambiamento.... iersera sono andata ad allenarmi dopo tre mesi... ho fatto tutto come se non avessi mai smesso...(oggi son piena di diolori a spalle e gambe e addominali) e anche in spogliatoio con le altre... sembrava davvero che non fosse mai passato tutto il tempo e io facessi parte della squadra...che ragazze care!
al new age abbiamo visto finire il concerto dei Radiofiera e poi abbiamo ballato molto, per dire che forse non mi sono mai fermata... avevo bisogno di aprire un po la testa senza a nulla pensare... un po come se fossi tornata indietro nel tempo. Così quando ci ha messo i bloc party mi è venuto in mente quando a capodanno 2006 a Lazise del Garda é piombato giù l'armadietto della cucina mentre ballavamo in terrazza...quanto tempo è passato...
quanto tempo é passato.
Oggi una ora di statistica
una di pianoforte.
mio fratellino ha scoperto il rock n roll.

venerdì 9 gennaio 2009

Ho voglia di scrivere:
oggi ce l'ho con la volgarità e l'impietosa rappresentazione che facciamo di noi stessi cosi' attaccati al consum(ism)o e così attaccati al denaro.

buta maria che i fioi ga da far festa
buta maria che fora xe tempesta
buta maria che a vida xe busiera
parche a te ciava, te ciava e no a te sposa....

mercoledì 7 gennaio 2009

...dimenticavo.

Grazie ai talkin' heads.

Io ti perdono, oh 2008, perchè sei stato un gran anno di schifo.
Ti perdono solo perchè dopo di te c'è il 2009 nel quale devo:
1) STUDIARE E LAUREARMI
2) IMPARARE A SUONARE IL PIANOFORTE
3) IMPARARE A FREGARMENE DELL'IGNORANZA
4) FARMI SCIVOLARE ADDOSSO LE COSE MENO IMPORTANTI
5) PIANGERE MENO

....

Buon anno a tutti.
E con una vena di egoismo, soprattutto a me.