domenica 7 settembre 2008

E' un risveglio difficile: il viso é struccato da due giorni e le lacrime solcano questi occhi, verde spento. Questa mattina ho messo nello stereo Due parole di Carmen Consoli perché é malinconica al punto giusto per sottolineare questa domenica di studio. E' la prima domenica dopo tanti mesi che non mi sveglio a casa di D ...e i profumi di questa casa della domenica mattina mi hanno fatto tenerezza: mia madre gran donna, in vestaglia che prepara il caffè e alza le tapparelle ...mio padre, l'unico uomo di 65 anni quasi che dorme fino alle 10 quasi fosse un ventenne che ha fatto tardi e si lava i denti prima di fare colazione. Quei vezzi che scopro in me. Gli stessi. Il caffè, il lavarsi il viso, il mettersi la crema, il tiggì. E' anche bello poi vederli che si muovono magari la mamma a fatica a causa della malattia ma si muovono: il babbo prende e va a conttrollare che al centro sportivo sia tutto a posto, prepara la tagliaerba, va a comprarsi il gazzettino. La mamma si doccia, prende la bici e va alla messa.
Mi fa sorridere mentre io cerco di concentrarmi sul Monopolio Naturale, la nazionalizzazione e la fissazione di un prezzo base.
Eppure nel sttofondo della mia anima al di là di questi sorrisi c'è la solita e perenne inutile malinconia. E non cambierò mai.
Si scioglie tutto.
Ed é pisacevole vedere come tutto é liquefatto.