mercoledì 30 maggio 2007

il transfert

la domanda è la seguente: è normale che la tesista abbia il transfert freudiano per il suo professore?
oggi ho incontrato ferraresi e discusso della mia tesi. l'ho analizzato peggio che se avessi avuto davanti Johnny Depp. provo per lui una ammirazione sconfinata (non per depp, da intendersi) e mi sento così piccola piccola al suo cospetto che solo discutere con lui delle mie idee e sentirmi dire "si, stefania mi sembra un buon progetto" mi ha fatta sciogliere come neve al sole. altro che modernità liquida alla Bauman. Stefania liquida. Alla fine Lui è un genio: un filosofo, un sociologo, un uomo di pubblicità. Non so bene cosa sia. Però è un genio e lo esprime nel modo in cui si veste, in cui parla (bassa e pacata voce), in cui scrive, in cui si confronta con me inutile pezzo di questo cielo ... quando comunque si... ecco insomma.
bella impressione, ottima impressione. non fosse che mi fa laureare a marzo e non a novembre...però...dai ci sta anche questo, spero venga fuori un bel lavoro.
oggi sono molto molto stanca. vorrei già dedicarmi a scrivere a caldo quello che mi ha suggerito...ma forse è opportuno che spenga per un po' il cervello e mi dedichi a qualcosa di più superficiale come la cura di me, lo shopping oppure il totale relax distesa sul tappeto del soggiorno.

this fire is out of control...

questa sera mi sento così: una nave senza un fottutissimo porto in cui arrivare. triste e svuotata dalla materialità delle cose... dai pensieri della vita e dalla solitudine... mi sento come se tutti questi anni di bellezza nell'accrescere una cultura tanto amata fossero stati sprecati. come se tutti i libri letti e le stronze poesie scritte fossero solo frammenti di una mente superficiale. come se questa ennesima serata passata a studiare sia solo sintomo di quello che è l'unico scopo della mia vita.

mi sento triste si, ma triste di quella tristezza consapevole di essere senza cura. come un cancro al cervello: se lo asporti resti handicappato se non lo asporti muori. si, mi sento malata di cancro. di quel cancro dell'anima che ti da l'intelligenza, che ti da la profondità; di quel cancro dell'anima che ce l'ha solo chi non si accontenta delle cose di tutti i giorni, di chi cerca all'infinito, di chi non si accontenta di soddisfare istinti sessuali malati e deviati, di chi vorrebbe dar da bere anche all'anima...anch'essa avida di devianze, deviazioni da coprire. mille petali di rose secche e nere. voglio distendermi su mille petali di rose secche e nere. lo senti? lo senti lo scricchiolare di questo corpo che si distende... senti il battere del cuore all'unisono con la natura che, morta, esala l'ultimo respiro crepitando sotto queste ali di angelo. le mie ali nere di angelo che si poggiano stanche. chiudere gli occhi e, ascoltando canzoni strazianti come questa, iniziare ad accarezzarsi il volto. una carezza, due carezze. poi prendere un piccolo coltello e iniziare a solcarlo con immensa voglia di farsi del male, di sentire come il dolore e il sangue prendono il sopravvento su di me. finchè anche le lacrime diventano di sangue. ennesime lacrime che anch'esse, come lame, trafiggono il volto. Già di per se' trafitto da mille aghi. e guardare con occhi fluorescenti nel buio della mia vita.
devo rallentare lo so, lo so. devo rallentare. o mi brucio. o brucio tutto