martedì 15 gennaio 2013

Il t(ri)onfo sgammaticale.

Nevischiava stamattina: frammisto acqua gelatinosa.
Tendo ad autoimpormi delle regole per poi impegnarmi a non rispettarle nell'assoluto e spesso mi rendo conto di non essere la sola. Sarà che è l'unica modalità che oggi posso conoscere per trasgredire. E nella wetanima che mi ritrovo scopro che la muffa intacca sia l'umido ma anche il frigido. Una sorta di yin e yang autoprodotto da unico ventre, il mio.

Autolesionimo letterario. Si, frustatemi con grammatiche sbagliate e antologie di poesie mal scritte. Picchiatemi con bastoni di racconti ottocenteschi e intrecci fle(u)ssuosi di coscienza alla Wolf, Virginia. 
Schiaffeggiatemi con joyciani eroi e poi lasciatemi lì, abbandonata ad una fabula di una dea bendata con pizzo, la fortuna. 
Sfortunata me. Sfasata me. (S)fottuta me.

Oggi Bibi ha fatto un vaccino. Non ha nemmeno pianto.
Bambina coraggiosa in modo inversamente proporzionale alla madre.
Che, al solito, si consuma in ana autoreferenzialità codarda.

Mi ami? (cccp docet)