domenica 9 maggio 2010

I love u, londoncallingste

Stanotte mi hai rimproverata in quel tuo solito modo che sembra che poco te ne frega. Mi hai rimproverata perchè ho lasciato andare il blog. L'ho un po' abbandonato a se stesso nella spirale in cui forse mi sono auto abbandonata anch io. Poi sei svenuto nel sonno di una domenica di maggio che ha solo l'aspetto svenevole di un week end di febbraio tra la pioggia e la noia che costella il tempo. La mia creatura sta soffrendo assieme a me e soffre per un motivo in particolare. Forse molti post fa (tre anni or sono) avevo scritto che avrei smesso di compilare il mio diario giornaliero il giorno in cui avrei trovato davvero la mia strada, e ridendo avevo scritto che avrei terminato di compilarlo quando mi sarei sposata. E' stato un gesto divertente che nel duemilasette pareva una cosa così lontana da farci sopra una scommessa. Come s epoi i matrimonio fosse un trovare se stessi. Comunque scrissi quella cosa che ora non vado a ritrovare per questioni di tempo. Dovrei smettere di scrivere allora perchè all'incirca tre mesi fa D. mi ha chiesto di sposarlo e io ho risposto si. Abbiamo fissato la data per il 14 maggio 2011 e stiamo gestendo i preparativi con una calma quasi maniacale per non sbatterci troppo. L'unica cosa che al momento so è che al termine della cerimonia mentre sarò ancora in chiesa voglio ascoltare hallelujah di cohen. Per il resto, verrà da se'. Non abbandonerò comunque il blog e anzi vorrei scriverci più spesso ma sono così invischiata nella materialità delle giornate che scorrono da restarci incollata in una sofferenza fetale smaniosa. Scrivo poco in generale. Ascolto poca buona musica, non vado a concerti. In quest'anno ho solo giocato a pallavolo. Tanto. Sempre comunque e in tante ore della settimana. Questa sera ho delle strane sensazioni anche dovute a tutta la tensione che ho accumullato in questi giorni di altalena per le borse e per l'economia e continuo a dire che la lezione del duemilaootto non mi è servita. Vivo ancora come se i soldi dei miei clienti fosssero miei e soffro. Molto. A pensare che ormai nemmeno più un titolo di stato è un investimento sicuro. Questo ben rappresenta la mia ambivalenza che penso avrò per tutta la vita: maniacale tendenza alla perfezione vs casino interiore degno dell'assoluta irrazionalità.
Ti amo, londoncallingste.