La convinzione sta abbattendo questo ego strasbordante dalle pareti del corpo imperfetto e i mal di schiena altrui creano notti insonni, i caffè (troppi) ti convincono che le palpebre possono vibrare e questa coca cola zero che la caffeina non è mai abbastanza. Mai abbastanza mentre nemmeno il malox serve a storpiare rumori, umori, odori, grattini di questo stomaco che si ammazza di masochismo. L’asse da stiro rimanda una visione imbarazzante di cumuli di panni sorridenti in attesa di essere sbattuti inamidati amati (ma non è quello che vogliamo tutti?) e poi lasciati per abbandonarsi in un cassetto in mezzo ad altri. Un confronto di pulizia e pazzia. Ringhia il pianoforte e le chitarre qui di sopra melense, che il miele svenevole che scende da esse mi spaventa e m’addolcisce, sembrano noiosamente riprese da un pezzo d’un artista scarso, noiosamente riprese da una bassa lega di musicalità. Le unghie strisciano i tasti e il fondale di questi occhi fatti di mare verde cristallino ricco si confondono con il nero dello sfondo di occhiaie date dalle fottute coca cole zero che mi distruggono ogni velleità di smettere con la dipendenza da coccoina. Annusala anche tu. Nella nuova versione azzurra grigia t’attira a sé con un profumo che sembra quello cattivo di qualche pseudo amante che hai frequentato anni fa. Si quello più vecchio di te che amava farsi sottomettere dall’idea d’avere un cane come padrone. E una donna come cane forse? Schiaffeggio il bianco di questo muro mentre il graffiare delle pareti duodenali si alimenta grazie a pensieri che sarebbe meglio non pensare. E poi che mi costringe ad ascoltare Carmen Consoli con tutta la musica che dorme rincoglionita in questo pc. Che mi rattrista.
sabato 27 giugno 2009
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