giovedì 21 giugno 2007

federico nietzsche


Occhi chdono...stanchezza e poco tempo per questo mio diario quotidiano...continuo a dormire molto molto poco...


stasera però ho dei pensieri vari: tra poco TREallegriRAGAZZImorti...

tra poco doccia, vestizione e ancora festa fregandosene se domani lavoro ed è un'altra giornata da urlo...



mi sono anche messa a leggere questo, da wikipedia:


"La dottrina dell'eterno ritorno è presentata in Così parlò Zarathustra, in cui uno Zarathustra immaginario, non storico, è presentato come "maestro dell'eterno ritorno"; tuttavia, non esiste un'esposizione chiara del concetto. Ciò che ritorna non è qualcosa in particolare, ma il carattere della conflittualità, non solo della conflittualità empirica tra elementi materiali, ma anche tra Valori, Verità e Scopi. Inoltre "eterno" significa senza inizio e senza fine, non fissità, immobilità. "Ritorno" non può significare ripetizione: se così fosse, infatti, bisognerebbe pensare ad una temporalità finita in cui siano determinabili un prima e un dopo, e quindi un punto a cui e un punto da cui qualcosa ritorna. Ma in tal modo "ritorno" non potrebbe stare insieme ad "eterno" nel senso in cui "eterno" significa senza inizio e fine: senza inizio e fine, infatti, esclude la possibilità di pensare la forma della successione e, quindi, di usare "ritorno" come sinonimo di ripetizione, Pertanto "ritorno" va inteso come metafora del divenire.
A questo punto è possibile sostituire la formula "eterno ritorno dell'uguale" (ewige Weiderkehr des Gleichen) con quella "incessante divenire della conflittualità". Va necessariamente precisato che l' "eterno ritorno" non deve diventare oggetto o pretesto di una nuova religione, inoltre che il pensiero di esso non ha nulla a che fare con i modelli ciclici, come ad esempio quello stoico. Infatti questa interpretazione ciclica è propria delle bestie e del nano, che nello Zarathustra riducono il pensiero dell'eterno ritorno ad una canzone da organetto.
Le conseguenze dell'intendere e dell'esprimere l'eterno ritorno dell'uguale come incessante divenire della conflittualità sono rilevanti, in particolare ne deriva la necessità di cogliere e vivere l'innocenza del divenire, di abbracciare il presente, l'attimo nella sua interezza, piacere e dolore, vita e morte, un dire di sì a tutto: se infatti il carattere del divenire è proprio non solo delle cose da valutare ma anche dei criteri di valutazione, non è possibile cadere nella presunzione di dare un giudizio definitivo ed assoluto su alcunché. Perciò Nietzsche potrà affermare che il divenire "è giustificato in ogni attimo".
Ma a loro volta, la comprensione e l'esperienza dell'innocenza del divenire portano a conseguenze altrettanto rilevanti: in primo luogo conducono all'emancipazione dal finalismo: se tutto diviene, divengono anche i fini, e nessuno di essi può legittimamente pretendere di porsi come Fine Ultimo. Non solo: liberarsi dal finalismo significa guarire anche dalle sue complicazioni più pericolose: dalla superficie dell'intenzionalità delle azioni; dalla credenza che la storia umana abbia un fine supremo; dall'ipotesi che la natura si sviluppi secondo qualche direzione. In secondo luogo, assumere pienamente l'innocenza del divenire significa liberarsi dall'illusione di poter intendere e definire ogni azione umana in modo netto e inequivocabile.
Ma v'è anche un'altra importante conseguenza a cui porta l'esperienza dell'eterno ritorno: la guarigione dal risentimento e dalla volontà di vendetta. Entrambe queste malattie dipendono infatti dal considerare il passato come uno stato di cose in cui è possibile individuare qualcuno responsabile di qualcosa; d'altra parte considerando in tal modo il passato, spesso si costruisce il futuro come risposta risentita, come progetto di rivalsa e come occasione di vendette."

Afterhours - Elymania

HAI LA RIVOLUZIONE IN TE
MI COSTRINGI A RISORGERE
GIOIA SPERIMENTALE
LE TUE MANI SOPRA DI ME
L'ERRORE PIU GENIALE IN CUI CADERE !

Afterhours

Sai ancora se vuoi?
Hai volontà?
O stai soltanto crollando
Con razionalità?

E con l'abitudine ti spengon già
Dando alla violenza una profondità

Puoi pensare che andrà
Senza un'azione
E la verità passi
Lasciando il posto alla ragione

E con l'abitudine ti han spento già
Dando alla violenza una profondità, si sa

Ti vedo passare
Sopra la corrente
Non senti sconcerto
Posso avere il tuo deserto?

E con l'abitudine ti han spento già
Dando alla violenza una profondità, che ha

Razionalità, razionalità,
Razionalità, razionalità...