martedì 25 marzo 2008

Litigare, litigare e amare (da amaro?)

Ci pensavo questa mattina quando in piedi a pulire la casa di D. pensavo al nesso tra due parole: amare e amaro. Come una vocale cambia le cose e come nel mio modo di essere queste due cose siano così vicine che quasi si accomunano e si piacciono.
E' stato un weekend di Pasqua in cui ho amato (amare) ma é stato anche amaro. Sembrava tutto bellissimo: il mio sabato con D. Poi domenica mattina apro un armadietto e trovo qualcosa che nn avrei mai voluto trovare. Nascosta. voleva nasconderla (o). Nientre di trascendentale. Un regalo. Di un'altra persona.
Perché me l'ha nascosto? Perché?
Questo mi fa soffrire.
Soffrire perchè non v'é motivo. E io non voglio stare con un uomo che deve OMETTERE delle cose perchè pensa che mi facciano del male. Io voglio VERITA'
Così ho sbottato.
gli ho detto TI LASCIO.
Ho urlato, pianto, sbattuto porte e fatto valigie.
Poi mi sono calmata.
Ma davvero, un'altra bugia e io me ne vado.
Me ne vado dalla nostra storia.
Poi mi rendo conto che non lo capisco mai e che di fronte a certe cose forse, e dico forse, non sono comprensiva.
Adesso spesa. La mamma é a Milano, e io sono la REGINA della Casa.